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Lago di Como: un tuffo nella bellezza,
un viaggio della coscienza

Un paradiso tra cielo, lago e montagna. Un connubio di bellezza, armonia e magia che rapisce il cuore. Un turismo che lambisce appena le coste, lasciando al viandante curioso e solitario un cammino più interno, in ogni senso, che non può che divenire scoperta, sorpresa ed emozione.

Siamo lungo la Greenway del lago di Como (https://greenwaylagodicomo.com/it/itinerari/greenway-lago-como/) che collega Colonno a Griante; il colpo d’occhio alle prime luci del mattino lascia senza respiro. L’aria tersa che la notte restituisce, il luccichio del sole albeggiante che sembra non aspettare altro che tuffarsi nell’acqua limpida e immobile del lago ancora assopito, il silenzio che pervade il piccolo paese di Colonno, che appare come un presepe abbarbicato su un pendio scosceso, il susseguirsi ininterrotto dei profili delle montagne tutt’intorno a voler custodire così tanta meraviglia, sembrano riconsegnarti a te stesso come parte di quell’immensità cui ti trovi di fronte.

È incredibile come tutto qui appaia armonioso: l’uomo sembra posarsi con delicatezza e cura in una Natura che lo accoglie con generosità, quasi fosse consapevole del profondo rispetto che le viene rivolto. Piccoli agglomerati di case, in pietra per la maggior parte, punteggiano qua e là tutto il versante comasco del Lario; i vicoli stretti dove la luce filtra appena, ma quel tanto che basta per illuminare la cura e la bellezza con cui gli abitanti li adornano, restituiscono una sensazione di raccoglimento e oserei dire di intimità.

I saluti e i sorrisi di chi quelle vie le abita quotidianamente regalano al viandante un senso di umanità ormai perduto; non sei invisibile perché chi vive questi luoghi non resta indifferente al tuo passaggio, bensì sospinge il tuo incedere, come del resto sembra agire il Tutto intorno a te. Il cinguettio degli uccelli, il volo di una poiana che oscura per un attimo il cielo, le lucertole che appaiono e scompaiono ovunque, persino i sassi lungo il selciato sembrano sostenere ogni tuo passo. Sassi che di certo sono impregnati di storia e di chissà quali e quanti vissuti.

Questo cammino ricalca infatti tappe delle vie di contrabbando che dalla riva del lago, attraverso i sentieri impervi di montagna, condussero in Svizzera verso la libertà militari fuggiti dai campi di prigionia, ebrei, soldati italiani renitenti alla leva. La memoria che questi luoghi inevitabilmente rilasciano diviene necessariamente monito della coscienza, un richiamo alla responsabilità che ognuno di noi ha nel contribuire alla creazione di un mondo dove a governare siano le leggi dell’amore, del rispetto, dell’armonia e della bellezza.

Armonia e bellezza che, proprio lungo le sponde del lago, si esprimono attraverso la magnificenza delle ville storiche che si incontrano durante il cammino; veri capolavori dell’architettura tra ‘500 e ‘800, contornati da splendidi giardini che spesso ospitano piante rare e secolari, divenendo così custodi di un patrimonio naturale dal valore inestimabile.

Visitare Villa Balbianello o Villa Carlotta regala la sensazione di entrare dentro un quadro dipinto dalle mani di Dio! Un’opera d’arte dove il divino è presenza quasi palpabile!

Un tuffo nel lago per rigenerarsi e poi di nuovo in salita per spostarsi a mezza costa dove i numerosi sentieri che intersecano la Greenway puntano dritti verso le cime delle montagne, come se volessero condurti più vicino al cielo, proprio a quel divino al quale, passo dopo passo, senti sempre più di appartenere.

 

Un lago è il tratto più bello ed espressivo del paesaggio. È l’occhio della terra, a guardare nel quale l’osservatore misura la profondità della propria natura”.

Henry David Thoreau

Raggiunto il delizioso borgo di Griante, al termine del percorso, è possibile tornare al punto di partenza via lago con il traghetto. Scelgo però di ripercorrere la Greenway a ritroso, quasi l’Anima non fosse ancora sazia di così tanta meraviglia. In effetti, ne ha ben donde! Al ritorno colgo infatti dettagli e particolari, ai quali all’andata volgevo le spalle, che mi regalano ancora stupore e bellezza. La luce che volge al tramonto dipinge un paesaggio completamente diverso; l’acqua del lago, che la brezza del giorno aveva increspato, torna a quietarsi di nuovo, e la ritrovo esattamente come al mattino, ma stavolta adombrata dalle cime delle montagne dietro le quali il sole sembra voler giocare a nascondino.

Torno a casa con una sensazione di pace che pervade ogni anfratto dell’Anima ma soprattutto questo cammino mi consegna alla notte di un giorno trascorso nell’assoluta certezza di essere io stessa un po’ cielo, un po’ lago, un po’ montagna; come se non mi fossi limitata a visitare l’infinito, ma ne fossi parte. Questo cambia ogni prospettiva e mi restituisce alla vita con rinnovata energia, nuovi intenti e una gran voglia di ricercare altri cammini da esplorare.

Di Elsa Veniani e Patrizia Caputo