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Come siamo cambiati?

In due anni non siamo più quelli di prima.
La metamorfosi della specie è possibile!
Profonda, preziosa, si preparava sottile da decenni, ma negli ultimi anni si era fatta sempre più urgente.
 
L’essere umano non si riconosceva più in quello che era diventato.
Il “sistema” ci aveva indotto ad occuparci più dell’APPARIRE che dell’ESSERE, ad esibire sui social una felicità artefatta, un benessere fatto soprattutto di oggetti.
COSE anziché ESPERIENZE; mille bisogni indotti, di oggetti perlopiù inutili, alla ricerca di un ipotetico consenso sociale.
A scuola: più competizione che collaborazione.
Nel lavoro: più guadagni più vali. Esprimere i tuoi talenti è un affare secondario.
E in ogni campo, ritmi sempre più frenetici, tempi sempre più stretti, burocrazia sempre più complessa…
Per non parlare degli affetti: qui si rasentava il surreale. Una comunicazione affidata prevalentemente al digitale.
Abbiamo visto coppie lasciarsi con un sms, genitori che parlavano col figlio nella stanza di sopra tramite messaggi vocali, famigliole sedute al tavolo del ristorante dove ciascuno era intento a interagire solo col suo cellulare, compreso il bambino più piccolo nel seggiolone, già perso in videogiochi a tre anni…
Insomma: il primato degli oggetti sugli affetti, del virtuale sul reale.
 
Questo mondo non era più a misura d’uomo.
Non poteva neppure durare a lungo, nel suo velocizzarsi sempre più convulso.
Era fatale arrivare ad un punto critico oltre il quale non sarebbe più stato possibile spingersi.  Ci dovevamo fermare!!!
 
Fin qui ho parlato volutamente al passato. Perché mi piace davvero pensare che quel punto critico lo abbiamo ormai raggiunto, anzi stiamo andando oltre.
La pandemia, questa esperienza pesantissima, praticamente planetaria, sta producendo il suo frutto.
Il bruco sta, con la normale lentezza e sofferenza di ogni travaglio, rivelando la farfalla che conteneva nel suo progetto.
 
E noi stiamo cambiando, anzi: SIAMO GIA’ CAMBIATI!
Chi più chi meno, chi consapevolmente e chi meno.
Chi in modo attivo, per scelta, chi un po’ costretto dagli eventi; ma siamo cambiati e stiamo tuttora cambiando, più di quanto non percepiamo.
 
La perdita o l’allontanamento forzato da persone care ci ha fatto riscoprire il primato degli affetti sugli oggetti.
E se a molte persone le condizioni economiche peggiorate hanno creato ansie e paure, ad altre hanno dato l’occasione di reinventarsi.
Ecco che nei giardini appare un angolo-orto, nelle case un angolo-palestra, mentre lo shopping del sabato nel centro commerciale è sostituito da una camminata in montagna o nel bosco o lungo il fiume.
Così ci si riavvicina alla Madre Terra che si stava dimenticando.
 
Ma anche i rapporti tra le persone cambiano.
Accade che alcune amicizie pian piano si selezionano, con qualcuno è come se non parlassimo più la stessa lingua; mentre altri rapporti si approfondiscono, si scopre una comunanza di valori e di obiettivi che prima non era così evidente.
Accade che si perde interesse per le occasioni frivole e si riscopre magari il piacere di un picnic in mezzo all’erba con gli amici piuttosto che un aperitivo in piazza nel locale più cool, con selfie finale da condividere sui social.
Accade che si impara a lasciar scivolare via i problemi irrilevanti, le provocazioni e le diatribe senza fine, e a concentrarsi invece su quello che piace e che costruisce.
Accade che si scopre che non è sempre sano adeguarsi alla massa, che non sempre   l’obbedienza è una virtù e che coltivare un pensiero libero e indipendente è un valore più grande; quindi si assiste a una nuova tendenza a raggrupparsi con persone percepite affini o con obiettivi e valori comuni. 
Accade che si ridimensiona l’importanza che si dava alle apparenze, a che cosa pensavano gli altri; si tolgono le maschere, si riducono i convenevoli, per avvicinarsi di più a quello che si sente e che si è davvero.
 
Ed ecco che ora si riconoscono i DONI che tutte quelle limitazioni e quella sofferenza ci hanno portato!
A cominciare da tutto quello che abbiamo RIVALUTATO.
Lockdown, distanziamento, didattica a distanza, dispositivi sanitari come la mascherina, ci hanno portato a riconoscere che:

  • la ricchezza emotiva di un abbraccio non è scontata
  • il calore di una stretta di mano, dei due palmi a contatto, non è scontato
  • una cena in casa con gli amici non è scontata
  • una passeggiata al sole non è scontata
  • il piacere del condividere, del socializzare, non è scontato
  • il nostro respiro libero, non compresso, non è scontato
  • vedere i sorrisi e le espressioni emotive delle persone non è scontato
  • partire per un viaggio non è scontato ….e quanto altro!
     
    Alla fine usciremo da questa esperienza con una comprensione allargata.
    Staremo qui in questa vita con una consapevolezza più profonda e più vera.
    Vivremo meno nel VIRTUALE e più nel REALE, nella materia fisica, coi suoi colori e le sue emozioni.
    Ci saremo riavvicinati alla natura, coi suoi ritmi e la sua saggezza.
    Saremo più attenti al DENTRO che al FUORI, all’ESSERE più che all’APPARIRE.
     
    E lì si manifesterà il mondo nuovo.
    Sarà un mondo pieno di colori, declinati in tutte le loro sfumature.
    Sarà un mondo libero, che lascia spazio alle emozioni individuali, al pensiero divergente, all’espressione creativa, alle arti in tutte le loro forme e alla bellezza come valore in sé.
    Forse, ad uno sguardo superficiale, a qualcuno potrebbe sembrare un mondo che ha fatto dei passi indietro.
    In realtà sarà un mondo che ha fatto dei passi IN DENTRO.
    Saremo più umani, più vicini a noi, a quello che siamo e a quello a cui siamo destinati.
    E alla fine potremo solo ringraziare questo capitolo così burrascoso e destabilizzante della storia umana, che ci avrà portati a ricontattare la nostra umanità.

Di Maria Pia Valoti