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Introduzione

Una Accademia per la formazione interdisciplinare e trasversale di tutti i professionisti della relazione d’aiuto, medici e figure sanitarie, psicologi e terapeuti, docenti, counselors, coaches, Hr managers, figure coinvolte in corpi sociali intermedi e organizzazioni private e pubbliche, nella salute globale, nelle best practices.La formazione che l’Accademia offre si configura al crocevia di saperi diversi, nella tutela della salute globale non solo umana ma ecobioantropologica.In tal senso la registrazione della nuova disciplina della ECOBIOANTROPOLOGIA che vuole essere occasione per una fattiva e proattiva unificazione dei saperi per la tutela della vita, nella sua biodiversità, nella sua bellezza: dalla prospettiva antropologica, non antropocentrica, che è l’unica che ci compete in quanto ontologicamente esseri umani, apriamo la strada al sapere, saper essere, saper fare in senso biocentrico, con l’intento di studiare e prenderci cura della relazione tra l’umano, la sua cultura, le sue civiltà e il bios, la natura nella sua potenza e irriducibilità, all’interno dell’oikos, l’ecosistema in cui interagiscono. Una nuova ecologia della mente, che sorge dalla crescente evidenza della necessità dell’interfacciarsi di discipline umanistiche e scientifiche per la cura e la promozione del benessere globale, della biodiversità, della ricchezza della complessità del pianeta e delle specie che lo abitano, come delle civiltà umane, sino ai singoli individui, nel rispetto dei concetti di interdipendenza e sostenibilità che, tanto il sapere antropologico, quanto le scienze d’avanguardia, riconoscono sottesi alla vita.In questa ottica, emerge l’esigenza di formazione per professionisti, derivanti da differenti background formativi e lavorativi, che li supporti nel progettare e orchestrare interventi trasversali ed eclettici, nei contesti istituzionali e privati, collettivi ed individuali, al fine di promuovere la salute del singolo, delle organizzazioni, dell’ambiente, con la creazione di un valore evidente di tutela del patrimonio ecobiosocioantropologico, di innovazione, sostenibilità e gestione della complessità dell’era postmoderna.


Le emergenze climatiche, sanitarie, geopolitiche, umanitarie, stanno mutando e muteranno ancora il panorama esistente, in una discontinuità e non linearità, che necessita di percorsi, e figure in grado di disegnarli, che rendano i comportamenti, le prassi e i valori, adeguati al contesto in cui di volta in volta i protagonisti del cambiamento agiscano, in una condizione ormai caratterizzata da assenza di un territorio sicuro, crollo del conservatorismo, sistemi complessi alla soglia del caos, fenomeni emergenti nei quali saper navigare significa sempre più poter interpretare in senso globale e interconnesso la realtà.

Contemporaneamente, il processo di recupero e riconnessione del paradigma meccanicista, con paradigmi altri, derivanti dai principi di interdipendenza tipici delle società tradizionali e delle etnomedicine,  già posto come obiettivo da OMS e ONU sin dal pronunciamento di Alma Ata, suggerisce la forte necessità di un dialogo tra progresso scientifico, bioetica e antropologia, verso l’umanizzazione dei processi, il superamento dell’antropocentrismo, in favore di un nuovo biocentrismo che abbia al centro il rispetto della vita in tutte le sue forme, e un nuovo umanesimo che possa scorrere sul crinale di ricomposizione di natura e cultura, società e ambiente.Alle organizzazioni sono richiesti modelli di flessibilità che pongano in evidenza la centralità della persona;alle aziende, la coniugazione della tecnologia con l’umanità, in un orizzonte che si dilata tra la crisi, la quarta rivoluzione industriale e la capacità di cogliere nuove opportunità e definire nuove traiettorie.Affinchè questo accada, si rende necessaria, non solo una formazione di contenuti, ma anche l’apprendimento di un nuovo modo di pensare, che tenga conto della non linearità dei processi, della complessità dei sistemi viventi, naturali e anche sociali e della centralità della coscienza in tali processi.L’Accademia intende dunque proporre un ventaglio di attività formative, da singoli videocorsi anche in modalità FAD, che permettano di disegnare il proprio “piano di volo” formativo, in totale libertà di tempi e modi, sino a formazioni più strutturate come Master e corsi di perfezionamento universitario, o la Scuola di diploma triennale in Magister Salutis, tutte accomunate da questa matrice ecobioantropologica sottesa ai contenuti dei corsi e contemporaneamente volte alla trasformazione del paradigma del pensiero lineare in qualunque ambito del sapere, verso i nuovi paradigmi del pensiero circolare, divergente, creativo necessario per navigare la complessità dei fenomeni dell’oggi.L’intelligenza del singolo e della collettività richiede una espansione verso i territori della intelligenza emotiva, non nel senso puramente emozionale del termine, bensì intesa come capacità di registrare il mondo, sentirlo, e lavorare a partire dalle emozioni, che già nell’ecologia della mente batesoniana, come nella lettura del reale proposta dalle neuroscienze di Damasio, si configurano come fulcro della realtà antropologica in relazione al bios.Nelle discipline antiche il concetto di caos, cosmo e unus mundus appaiono riflettere esattamente quella interdipendenza, complessità e autopoiesi che autori moderni come Edgar Morin o Francisco Varela, Humberto Maturana o il Premio Nobel italiano Giorgio Parisi, mettono in luce.L’intelligenza emotiva in questa accezione riflette fortemente i concetti delle scienze della coscienza, straordinariamente risonanti con le tradizioni sapienziali antiche, come ben evidenziato nelle ricerche di un altro recente Nobel, Roger Penrose o del neuroscienziato italiano Giulio Tononi. A fronte di queste premesse, che hanno lo scopo di suggerire gli scenari epistemologici sui quali l’Accademia saldamente si poggia, si rende evidente l’importanza di una offerta formativa che risponda alla necessità dei professionisti di apprendere quei  processi di pensiero divergente, complesso e laterale che permettano di leggere fenomeni attraverso l’intelligenza emotiva e favorire infine l’implementazione concreta di tali attitudini e strumenti in ogni possibile ambito che lo richieda.La formazione che l’Accademia offre, si profila, nel solco di tale esigenza, con percorsi di conoscenza e acquisizione di competenze che abbiano una ricaduta significativa nel reale, coniugando in tal senso all’interno dei corsi gli  insegnamenti di didattica frontale, con indicazioni per lo studio individuale e anche training esperienziali, e spaziando nelle diverse discipline scientifiche ed umanistiche, in un’ottica antropologica, di salute globale nella complessità e nella sostenibilità, quale occasione di crescita profonda e di arricchimento tale da trasformare del tutto l’approccio alla propria professione e ai propri ambiti di intervento, o aprire nuove strade professionali.

Dal momento che i fenomeni complessi non prevedono una unica best practice che garantisca il suo permanere nel tempo, ma richiedono l’aggiustamento continuo dei processi, tra feedback e feedforward, in una circolarità ermeneutica, la formazione dell’Accademia, permette l’apertura della coscienza a processi di pensiero complessi e altamente flessibili, funzione di una capacità di apprendimento costante, adattamento, evoluzione e autopoiesi senza soluzione di continuità, secondo l’idea che non esiste il cammino già tracciato ma il viaggiatore costruisce il cammino camminando.

Tutti i Docenti dell’Accademia, a fronte dei differenti profili e titoli,  sono accomunati dal perseguimento del dialogo interdisciplinare tra saperi e competenze, in un’ottica che promuove il dialogo, dall’antropologia alle neuroscienze, dall’etnomedicina alla fisica della complessità, dalla psicologia alla sociologia, alla geopolitica, fino alla ecologia della mente,  interagendo in una prospettiva sia di ricerca che applicativa.

Il sogno e l’intento che condividiamo in Accademia è di poter offrire alta formazione in termini ecobioantropologici a quanti più profili professionali, per il settore pubblico e privato, che possano a loro volta offrire il loro contributo in aziende, centri di ricerca, studi di progettazione e consulenza, nella progettazione europea, sanitaria, nelle scuole, negli organi della pubblica amministrazione e in tutti i corpi sociali intermedi, cosi come nelle professioni della relazione di aiuto e nella tutela della salute.Questi professionisti approderanno ad una visione integrata e interscalare delle sfide del nostro tempo, dalla sostenibilità economica e sociale, alla gestione dei patrimoni culturali, sociali, naturali e relazionali, alla costituzione di nuovi patti uomo ambiente, alla cooperazione, tra moderne sensibilità, conoscenze storiche e visioni innovative.